Come spiegare l’evidente contraddizione dell’essere umano, sempre desideroso e proteso, almeno in via teorica, alla ricerca della serenità e sempre pronto a predicare la pace, l’amore, la fratellanza universale e, poi, invece, in pratica, capace di trasformare il vivere quotidiano in continue lotte, tra violenze individuali e collettive fino ad arrivare ad abomini come le persecuzioni o le guerre, allo sterminio di intere popolazioni e, addirittura, al rischio sempre più probabile dell’estinzione di ogni forma di vita su tutto il pianeta Terra. La risposta è, naturalmente, molto complessa poiché dovuta a più fattori. In sintesi, comunque, la causa principale è certamente lo sviluppo disomogeneo dei vari aspetti evolutivi dell’Homo sapiens. La maggiore attenzione prestata allo sviluppo intellettivo rispetto alle altre componenti dell’Essere (spiritualità, emozionalità) ha consentito un enorme balzo in avanti del progresso tecnologico che trova, però, i “sapiens” ancora impreparati a padroneggiare tutte quelle pulsioni istintuali ancestrali, innate, come ad esempio l’aggressività, la paura , la rabbia, indispensabili alla sopravvivenza dell’individuo e, quindi, della specie, ma che, se non gestite adeguatamente, possono portare all’utilizzo irresponsabile delle tecnologie distruttive con azioni estreme ed estremamente pericolose. L’escalation militare cui, oggi, stiamo assistendo, dovrebbe preoccupare oltremodo ognuno di noi. Eppure, ognuno continua a gestire la propria routine quotidiana nella massima tranquillità come se tutto ciò che gli accade intorno non lo riguardasse in alcun modo. A tranquillizzare, malgrado tutto, è anche l’idea che, certamente, nessuno sarà così pazzo da far ricorso al nucleare poiché tale azione comporterebbe la distruzione totale e, quindi, anche la fine per il proprio popolo, la propria famiglia e se stessi. Ma, in realtà, c’è poco da stare tranquilli. Sono numerosi i casi noti di suicidi di massa soprattutto in casi di guerre, ma non solo. Per fare alcuni esempi. Nell’anno 73, nella fortezza di Masada, assediata dai romani, vista ormai persa la battaglia e, quindi, la città, Eleazar Ben Yair, ordinò il suicidio collettivo: morirono tutti. Le truppe di Alessandro Magno, durante una campagna militare in India, si trovarono di fronte al paradosso di dover “lottare” per salvare dal suicidio collettivo gli abitanti superstiti di una città invasa che, invece, lottavano per potersi suicidare una volta compreso di essere stati sconfitti. Gli abitanti della città di Astapa, alleata di Cartagine, quando si resero conto di non poter più resistere alle truppe romane di Publio Cornelio Scipione, si dettero tutti la morte in un grande rogo appiccato da 50 soldati che, poi, si suicidarono a loro volta. Si dettero la morte anche gli abitanti di Zante o Zacinto per non finire vivi nelle mani delle truppe di Marco Giunio Bruto. E, poi, i suicidi collettivi di molte sette religiose. Il caso più grave è quello avvenuto in Guyana nel 1978. Il reverendo Jones, fondatore della setta del Tempio del popolo, ordinò a tutti i membri della setta, più di 900, di bere del veleno e di avvelenare anche i loro figli dopo aver ricevuto, nella Comune, il controllo di una delegazione governativa che, egli, tentò, peraltro, di sterminare riuscendo a far uccidere alcuni componenti, e dopo aver compreso che il governo degli Stati Uniti avrebbe sciolto la setta. E ancora, nel 2000, in Uganda, altri 800 adepti suicidi. E ancora, per citarne qualcun altro, Ordine del tempio solare altri 74 suicidi tra Svizzera, Canada e Francia; nel ‘97, in California, altri 38 suicidi. Inutile dire che tutti coloro che hanno scelto di suicidarsi in tutte queste circostanze, se avessero potuto, sarebbero stati ben lieti di coinvolgere nel loro delirio di morte anche tutti i loro nemici! In quei periodi di tempo e in quelle condizioni storiche non gli fu possibile farlo; oggi, con l’atomica, si può fare! D’altra parte sono molti i profeti e i veggenti che hanno predetto la fine e del mondo descrivendo immagini apocalittiche che possono essere paragonate agli effetti di una guerra nucleare. I pochi eletti che si salveranno grazie all’intervento di “angeli” o di “extraterrestri” daranno inizio a una nuova era e a una nuova umanità. Comunque, vista la situazione attuale e gli esempi di pazzia collettiva di cui ho appena parlato, c’è poco da stare tranquilli! In questa mia opera, nei primi capitoli evidenzio alcune criticità socio-culturali del nostro tempo, fornendo alcune indicazioni che, a mio parere, consentirebbero di dare un importante impulso verso la costituzione di una Società Nuova e di una Nuova Era. In seguito, attraverso l’analisi di conoscenze scientifiche e filosofiche già acquisite, propongo una nuova, ma in realtà, per alcuni aspetti, molto antica, visione dell’Esistente, di Dio e dell’Essere umano, poiché, per percorrere la giusta via è necessario comprendere chi siamo, perché siamo e dove siamo diretti.
“La storia che ha sconvolto, coinvolto e appassionato tutti i lettori. Una vita vissuta oltre i limiti della sopravvivenza umana. Una storia incredibile ma assolutamente vera. Un caso clinico di enorme interesse medico e psicoterapico. Un caso umano che tutti dovrebbero conoscere poiché appartiene alla realtà socioculturale di ognuno di noi e ognuno potrebbe trovarsi coinvolto in simili situazioni.”
Il prezzo di copertina del volume intero è di €. 25,00; a richiesta, però, è possibile ottenere solo una delle due parti: “Progetto di un mondo ideale”, €. 18,00; “Anoressia un modo per sopravvivere alla vita”, €. 15,00.
Ordina Separato Prenota oraCreato da: Antonio Francesco Palese
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