“Anoressia. Un modo per sopravvivere alla vita” non è semplicemente un libro sull’anoressia: è un grido lucido, scomodo, profondo. È il racconto di una battaglia silenziosa combattuta nel corpo, ma soprattutto nell’anima. Un viaggio dentro il dolore che non trova parole, ma solo sottrazione. Un gesto estremo e intelligente con cui alcune ragazze – e non solo – cercano disperatamente di sopravvivere a un mondo che non le ha viste, amate, ascoltate. L’autore dà voce all’anoressia non come malattia, ma come strategia estrema di salvezza. Una forma di protesta muta contro un’esistenza percepita come insostenibile. Il cibo non è il problema, ma il simbolo. Il corpo non è il nemico, ma il luogo sacro dove si gioca una lotta disperata per ritrovare un senso. Con uno stile crudo e compassionevole, l’opera scardina i luoghi comuni, spinge il lettore a guardare oltre le diagnosi, oltre le etichette, verso ciò che l’anoressica sta davvero cercando di dire: “La vita, così com’è, non mi basta. Non mi salva. Non mi vuole.” Un testo che interroga genitori, terapeuti, educatori, ma anche filosofi, poeti e chiunque voglia comprendere la fragilità umana nella sua forma più radicale. Un libro che non offre soluzioni facili, ma chiede ascolto vero.